Parole e immagini
Corrado Falco
“Io sono io”. Nessuna inquietudine traspare dal volto di Corrado Falco. L’idea che ti trasmette è tonda e ti dice che lui è fatto per fare. Fare progetti e realizzare progetti, misurare sul campo i limiti e le difficoltà delle sue volontà, del luogo, dell’ambiente. Se poi gli impedimenti sono troppi, allora si cambia. Cambiare, senza nostalgie né rimpianti, cambiare progetto e luogo. Parte dalla Sicilia, immagina dapprima a Caracas, il successo arriva ad Amburgo. La ristorazione è il suo business. Principe rinascimentale, Corrado non ha nome di casato altolocato, non vanta nessun lungo lignaggio: lui è fondatore, Capostipite.
Tarcisio Berton
Se per ciascuno di noi gli occhi sono lo specchio dell’anima, ciò non vale per “Tarci”. Per lui lo specchio dell’anima sono i gesti, ciascun gesto che, lento e preciso, si sussegue, guidato dall’occhio nascosto che ordina le cose secondo un disegno preciso. Così è per lui, e così è per ogni artigiano di qualità. La cura è per l’oggetto che si va formando, prezioso e perfetto, attraverso il lavoro delle mani che muovono attrezzi, raffinati dal tempo, ognuno adatto al suo scopo.
Tarcisio Berton ha imparato il mestiere in famiglia e rimane custode di una tradizione che crea e ripara oggetti utili in un ambiente che avvolge il prodotto delle sue mani. Infine, se volessimo ammiccare ai termini topici dell’iper contemporaneità, dove, se non sulla sua bottega, troviamo il senso più vero della “resilienza”?
Domenico Cortes
E’ a Padova e la sua Enoteca Osteria con cucina l’ha chiamata Cortés, come lui che di nome fa Domenico. Parrebbe un cognome spagnolo e invece è sardo eppure la Spagna la ricorda e ancor più i quartieri spagnoli dell’ex Regno di Napoli.
Entrando nel suo di regno, piccolo ed affascinante, er ancor più parlando affabilmente con lui, un “furbo scugnizzo”, non puoi non pensare a innumerevoli giochi barocchi. E’ un susseguirsi di cose, di rimandi, di richiami, appunto di “riccioli barocchi”. Nessuno di essi è un “capriccio“, tutti insieme compongono una storia, tante storie, scritte però con un alfabeto difficile da decifrare ed è quindi indispensabile lui, Domenico, per svelarti le singole trame.
Ed ecco il vino, i vini, ben protetti nei frigo a temperatura controllata, uno per storia e se la storia si fa importante, importante dev’essere pure il vino. Passare per il cannonau, oltre che un piacere è un atto di rispetto all’identità del cuore, alle origini.