AI – Artificial Intelligence
“Allo scopo attuale si considera che il problema dell’intelligenza artificiale sia quello di far comportare una macchina in modi che sarebbero chiamati intelligenti se un essere umano si comportasse così”. E’ la definizione di AI – Artificial Intelligence che hanno dato J. McCarthy, M. L. Minsky, N. Rochester, C.E. Shannon, presentando nel 1955, A Proposal for the Dartmouth Summer Research Project on Artificial Intelligence
C’è qui un primo paradosso. Parliamo di intelligenza e diciamo che con l’Intelligenza Artificiale “non si tratta di riprodurre l’intelligenza umana o produrre un’intelligenza superiore, ma di riuscire di farne a meno” (L. Floridi, Il verde e il blu, Raffaello Cortina, 2020). Infatti stiamo parlando di ingegneria, non di scienza cognitiva.
Tutto chiaro? Per niente, solo un primo passo, ma chi incomincia bene…. Il fatto è che per fare certe cose noi dobbiamo metterci intelligenza, le macchine no. Cambia tutto. L’enorme capacità computazionale delle macchine può, sta cambiando, gli statuti della scienza, “la correlazione soppianta la causalità e le scienze possono avanzare addirittura senza modelli teorici coerenti.” (C. Anderson, 2008) Quindi la “capacità di fare” viene scissa dalla “capacità di conoscere” (P. Benanti 2019).
Che mondo ci si prospetta? Sarà quello di una società utopica o stiamo entrando in una inquietante distopia? Forse potrebbe dipendere da noi, non dall’AI.
Vedi: Paolo Benanti, Le macchine sapienti. Intelligenza artificiale e decisioni umane, Marietti, 2019
Futurecraft
Termine proposto da Carlo Ratti, direttore del MIT Sensable City Lab, come alternativa a concetti quali visione o previsione del futuro. “La nostra idea – propone Ratti – è quella di utilizzare il design – nell’accezione anglosassone di “progetto” – come esplorazione sistematica e seme di possibili futuri.” L’obiettivo del futurcraft non è quello di correggere il presente né di predire il futuro ma di “influenzarlo positivamente” ponendoci come designer all’interno di un “un futuro fittizio ma possibile” per agevolarne o impedirne la realizzazione attraverso il dibattito pubblico.
Vedi: C. Ratti, La città di domani. Come le reti stanno cambiando il futuro urbano, Einaudi 2017
Infosfera
A partire dagli anni ’50 “abbiamo scoperto che non siamo entità isolate, quanto piuttosto agenti informazionali interconnessi, che condividono con altri agenti biologici e artefatti ingegneristici un ambiente globale, costruito in ultima istanza da informazioni, che ho chiamato INFOSFERA. (L. Floridi, Pensare l’infosfera, Raffaello Cortina Editore, 2020 – p. 15)
L’infosfera è, quindi, il “nostro ambiente” in cui ci dobbiamo confrontare con altri enti biologici e artefatti ingegneristici abili nel prendere e manipolare le nostre scelte e capaci di autonomia artificiale.
Onlife
Onlife, un neologismo introdotto da Luciano Floridi, coordinatore per European Commission Directorate General for Communications Networks, Content & Technology Onlife Initiative: concept reengineering for rethinking societal concerns in the digital transition di un gruppo di lavoro composto studiosi di antropologia, scienze cognitive, informatica, ingegneria, giurisprudenza, neuroscienze, filosofia, scienze politiche, psicologia e sociologia. Il gruppo ha prodotto il “The Onlife manifesto” secondo il quale la sempre maggiore pervasività delle ICT scuote i quadri di riferimento stabiliti attraverso le seguenti trasformazioni: “l’offuscamento della distinzione tra realtà e virtualità; l’offuscamento delle distinzioni tra uomo, macchina e natura; l’inversione dalla scarsità di informazioni all’abbondanza di informazioni; il passaggio dal primato delle entità al primato delle interazioni.”
Siamo on life o of line? Siamo nell’ambiente delle mangrovie, con acque salmastre, né dolci né salate. Quindi, se è così, questa una domanda non ha più senso. Ecco quindi il termine onlife. Quindi? Siamo tutti, sempre, ONLIFE.
SEO – (Sherch Engine Optimation – l’ottimizzatore dei motori di ricerca)
SEO, l’ottimizzatore dei motori di ricerca è il gran ciambellano di ogni strategia di web marketing. E’ l’uomo che parla alle macchine, poi anche agli uomini.
Cosa fa il SEO? E’ coinvolto in tutte le parti del web marketing. Al SEO fanno riferimento il sito web, l’analisi dei dati, il contenuto, il ritorno dei collegamenti, le parole chiave, l’uso dei social media, la classificazione del posizionamento, la sua ottimizzazione
“Se il contenuto è il RE” (Content is the king), come si dice, l’attività di copywriting è l’impegno quotidiano.
Scrive: per il target definito; per i motori di ricerca (le macchine); lo fa secondo un piano editoriale definito nei tempi e nei contenuti; in modo persuasivo, chiaro, semplice. Buon lavoro SEO