Il Cibo Buono di Antonella Viola e Daniele Nucci
Un bel libro che ci insegna il gusto a nutrirsi bene.
Recensione per LILTInforma della LILT Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori di Padova
“De gustibus non disputandum est”. Così ci hanno insegnato i latini. Ma un grande maestro del novecento (Karl Popper) per replicare a un suo parigrado che sosteneva che “di ciò che non si può parlare è meglio tacere” lo modificava. È proprio dei gusti, diceva, che si deve discutere, dibattere, disputare ma della scienza no. In essa si procede secondo metodo e si giunge a definirne il vero o il falso.
Antonella Viola e Daniele Nucci, nota scienziata immunologa la prima, dietista il secondo che in questa pubblicazione cura la rubrica “Ricette e consigli per mangiare sano”, sono autori di un preziosissimo libro dedicato all’alimentazione e alla nutrizione appena pubblicato che riesce, tra queste due posizioni – verità e gusto, piacere e salute – a trovare una armonica composizione.
La solidità dell’impianto scientifico del libro, e dei suoi due autori, permette una esposizione utilmente assertiva e di facilissima lettura e fa chiarezza di verità e credenze. La stessa solidità permette poi agli autori non tanto di esprimere i propri gusti ma di proporre un gusto più generale, quello di nutrirsi bene.
Tutto il significato è racchiuso nel titolo e sottotitolo del volume “Il cibo buono. C’è più gusto a nutrirsi bene” editore Gribaudo, 240 pagine.
Il titolo contiene tutto, ma non contiene la ricetta che ha permesso ai due autori di realizzare quest’opera. Elenchiamo gli ingredienti principali. Per parlare di una buona alimentazione le parole più ricorrenti sono varietà, equilibrio, giusta proporzione, sostenibilità e altre dello stesso tenore. Da questi ingredienti si può risalire facilmente alla ricetta e si scopre che è quella classica, che ci viene dagli antichi Greci, quella “medietà” che è segno della virtù. Un piatto antico, quindi, composto da ingredienti via via selezionati in un lungo percorso, cioè metodo, di nuove conoscenze scientifiche.
Il volume, con un linguaggio chiaro e semplice offre all’inizio le basi scientifiche per un buon rapporto tra cibo e salute. Si analizzano dapprima i macroalimenti: carboidrati, proteine e grassi, questi ultimi classificati, sulla scia di capolavoro di Segio Leone, in buoni, brutti e cattivi. Si passa quindi a esaminare le vitamine minerali e ci si sofferma sul valore della dieta mediterranea. Da sottolineare le connessioni che vengono fatte tra cibo e sostenibilità, riportando, seppur brevemente, un tema di interesse generale e che chiama in causa la filiera produttiva, con i comportamenti individuali. Il tutto corredato da scede e immagini che aiutano la comprensione del testo.
Dalle informazioni teoriche a una ricchissima parte pratica che ci può accompagnare, ora per ora, al “gusto di nutrirsi bene. Dal come fare la spesa all’indicazione di dieci menu a un’ampia scelta di gustose ricette.
Un libro quindi da tenere in cucina e non in salotto o nello studio e non solo per le ricette ma anche perché ci sono belle ed evidenti schede inserite tra i diversi capitoli che ci rispondono in maniera inequivocabile a molti dubbi che ci vengono a proposito del cibo con un perentorio vero o falso. Qualche esempio. Si possono mangiare i carboidrati di sera? Per dimagrire bisogna eliminarli? E ancora, “bere un bicchiere di vino a pasto fa bene?” Qui ci soffermiamo un attimo. La risposta è falso, con una spiegazione che si conclude così: “L’unica dose di alcol che non fa male è zero!” E anch’io che il vino lo apprezzo, li leggo senza irritarmi per la competenza e il garbo con cui lo dicono, però, sul punto, confesso, poi “faccio diverso” e se classica è la ricetta con cui è fatto questo libro, classica è la giustificazione alla mia trasgressione. Infatti se è falso che il vino faccia bene e tuttavia “oínos kai alétheia”, il vino sta insieme con la verità.
Francesco Nosella